"Siamo vittime della burocrazia". L'appello dello sport di base alle istituzioni
È un appello accorato alle istituzioni e all’opinione pubblica quello che le società sportive di base hanno lanciato venerdì scorso a Roma nel corso della conferenza stampa nazionale “Dare voce allo sport di base”, organizzata con il sostegno di Csi, Uisp, Aics, Us Acli, Acsi.La denuncia è stata unanime: il mondo del “piccolo” sport - ma tutt’altro che piccolo nei numeri, contando decine di migliaia di società sportive e milioni di tesserati – non ce la fa più e teme di non poter più garantire quel servizio fin qui assicurato alla collettività riguardante tutela della salute, educazione giovanile, inclusione e coesione sociale.
“Oltre alle difficoltà dovute alla congiuntura economica, che ha ridotto notevolmente i contributi di Regioni e Comuni – hanno affermato gli esponenti degli enti di promozione sportiva - le società sportive devono affrontare quotidianamente una giungla di norme burocratiche, fiscali e sanitarie ricche di lacune e contraddizioni, che si incrociano e sovrappongono per la mancanza di una legislazione chiara e specificamente dedicata. Aumenta così la confusione dei dirigenti, chiamati ad assumersi la piena responsabilità legale della corretta applicazione di quelle norme”. È tempo – si è detto – di sanare le lacune. Tempo che le istituzioni italiane riconoscano, anche a livello costituzionale, il valore sociale dello sport, così come è già avvenuto in tanti paesi europei, mettendo mano ad una legge che promuova e sostenga la diffusione della pratica sportiva razionalizzando e semplificando il quadro normativo.
Dalla conferenza stampa è emerso il gradimento alla proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dai deputati Filippo Fossati e Bruno Molea, che accoglie e sviluppa gli 11 punti di richiesta presentati dallo sport di base poco più di un anno fa a Roma, a conclusione della prima assemblea nazionale.
Il testo del provvedimento è stato rilanciato nel corso della conferenza stampa. Tra i principali contenuti ci sono semplificazioni e detrazioni fiscali, procedure per l’affidamento gestionale degli impianti sportivi pubblici, promozione e riqualificazione di spazi per l’attività fisica di base dei cittadini, tutela dei marchi delle società sportive dilettantistiche, riconoscimento del volontariato sportivo e delega al Governo per l’emanazione in 24 mesi di un testo unico sullo sport.
“In Italia – ha affermato il presidente nazionale del Csi Massimo Achini - ci sono oltre 90mila società sportive di base. Sono luoghi dove non si cerca di fabbricare campioni, ma di crescere generazioni di bravi e onesti cittadini attraverso lo sport. Sono luoghi tenuti in piedi dalla potenza positiva di un volontariato generoso e appassionato, che apre le porte a tutti al di là del talento dei singoli. Sono vere e proprie agenzie educative che cambiano la vita delle persone e del territorio. È tempo di tutelarle e di voltare pagina per il bene del Paese”.