Le parole della presidente Amelia Morgano
53mila tesserati e oltre 550 società. Quello del Csi di Brescia è un microcosmo fatto di adulti e bambini, oratori e gruppi spontanei, famiglie. Una fetta considerevole della nostra società civile, che ha affidato un pezzo della sua vita allo sport, passione autentica strappata al sorriso di molti dall'emergenza coronavirus.
C'è grande voglia di guardare avanti, di proiettarsi al futuro, almeno con il pensiero, dopo settimane di dura battaglia, ma non è ancora il tempo: “La situazione resta preoccupante – ammette la presidente Amelia Morgano – e il nostro obiettivo prioritario è tutelare la salute dei nostri atleti, nell'interesse dell'intera collettività. Stiamo navigando a vista, come tutti, e opereremo in base alle disposizioni delle autorità”.
Attività totalmente ferma, classifiche cristallizzate. L'area tecnica è al lavoro per farsi trovare pronta nel caso i cui si potesse tornare a giocare. Morgano, tuttavia, preferisce badare al sodo per il momento: “Ora l'importante è che tutti siano in sicurezza. La nostra speranza è quella di poter riprendere i campionati e riportare segnali positivi, gioia e speranza in provincia, ma saranno il Governo e la Regione a determinare se tutto questo potrà accadere”.
Un altro aspetto di cui tenere conto sarà quello psicologico: “Atleti e addetti ai lavori dovranno sentirsi nelle migliori condizioni fisiche e mentali per tornare a gareggiare e vivere l'attività sportiva come va affrontata: con serenità”.
In queste ore è aperto anche il dibattito relativo al tema degli aiuti economici allo sport di base: “La crisi economica ha già iniziato a manifestarsi e in futuro il sostegno alle società sportive potrebbe venir meno. Auspichiamo un supporto dal Coni e dal Ministero, ma siamo fiduciosi: anche in uno scenario di sacrifici lo sport continuerà a costituire un baluardo di speranza e un avamposto di rinascita”.