Claudio Liloni: 'Lo sport mantiene giovani, il Csi mi ha arricchito la vita'
Ci sono persone per le quali raccontare un'esperienza o una militanza associativa corrisponde a ricostruire la storia di una vita. È il caso di Claudio Liloni, 59enne responsabile della commissione pallavolo del Csi Brescia.
Più che un uomo una montagna, dotato di un sorriso sincero e del sacro fuoco del volontariato: “Faccio ogni cosa con lo spirito bresciano: se c'è da lavorare si lavora, se c'è da divertirsi ci si diverte. La mia passione per lo sport? È iniziata da ragazzino, come per la maggior parte dei bresciani e degli italiani, sempre attratti dal calcio. Poi verso i 15-16 anni ho cominciato a giocare a volley nei campionati Csi, ed è stato il primo passo di un cammino lungo ed emozionante”.
I colori di Nuvolento e Prevalle da difendere sotto rete, poi l'esperienza arbitrale a partire dai primi anni Ottanta: “Iniziai a darmi da fare all'interno dell'associazione come direttore di gara, poi mi chiesero di ricoprire il ruolo di designatore. Fu il passo intermedio prima di diventare responsabile della pallavolo. L'ho fatto per tanti anni, poi per quattro stagioni ho lasciato spazio ai giovani e mi sono concentrato sull'attività per disabili, continuando ad arbitrare quando c'era bisogno di una mano. Ora il Csi mi ha chiesto di tornare alla mia vecchia mansione e non ho potuto dire di no. Peraltro faccio parte anche della commissione regionale e di quella nazionale. Diciamo che non mi annoio”.
Nel corso degli anni Liloni ha pure allenato in ambito giovanile, a Nuvolento, giusto per non farsi mancare niente, ed ha collaborato come massaggiatore per diverse società dilettantistiche di calcio a 11: Nuvolento, Nuvolera, Rigamonti Nuvolera, Bedizzolese, Calcinato, giovanili della Feralpisalò. “Lo sport è una passione che ti permette di rimanere giovane, insegnare qualcosa ai ragazzi ma soprattutto imparare, anche dai più piccoli. C'è sempre da imparare, ad ogni età”.
Per certi versi la storia ciessina di Liloni è stata proprio una grande scuola: “Ho appreso molto osservando, da arbitro, la passione pura delle piccole pallavoliste. Lì c'è il senso dello sport. Il resto lo fa il Csi, che è una seconda famiglia. Negli anni ho notato che questa associazione genera legami unici. Si respira uno spirito fraterno. C'è dialogo, le porte sono sempre aperte e nelle difficoltà ci si compatta. Un discorso che riguarda i volontari, ma che si estende anche alle società affiliate. Durante la pandemia andava di moda lo slogan 'Distanti ma uniti', credo che al Csi sia così da sempre. Ognuno cura il suo pezzetto di attività, ma siamo tutti parte di un solo mosaico”.
Un mosaico del quale Liloni intende far parte ancora a lungo, aiutando il Csi a crescere ancora: “Ora i miei obiettivi sono riportare il volley misto nel Csi e migliorare sempre più i servizi e la comunicazione con le società, con un occhio di riguardo speciale riservato ai settori giovanili. Finché il Csi avrà bisogno di me ci sarò”, poi la precisazione: “Moglie permettendo”, seguita da una risata contagiosa.
Infine quel senso di gratitudine che stupisce, perché arriva da chi ha dato davvero tanto: “Al Csi posso solo dire grazie. Mi ha fatto conoscere persone e realtà che hanno arricchito la mia vita”.