Brescia protagonista al Master nazionale di padel
La Leonessa ruggisce ai Master nazionali di padel, svolti nell’ultimo weekend al Forum Sport Center di Roma, a culmine della Settimana Europea del “Be Active” e all’interno della seconda edizione del Wow Festival, rassegna dedicata agli sport non convenzionali.
La capitale ha aperto le porte a discipline originali come quidditch, tchouckball e spikeball, attività già conosciute come frisbee e dodgeball, a sport di tradizione anglosassone come cricket e tennis, ma anche a modi nuovi di vivere il podismo, grazie al nordic walking. Una manifestazione a respiro europeo, che non a caso ospitava 39 cittadini dell’Ue, provenienti da otto differenti punti del Vecchio Continente: c’erano le ragazze bulgare di Footora e gli spagnoli dell’Università Isole Baleari Uib; i portoghesi del Cai Association e i croati della Rijeka Association; i greci della Pythia e gli sloveni del Center Naprej; i turchi della Spell e le polacche della Irsie.
La giornata di domenica in particolare ha visto sorridere i portacolori bresciani, dominatori del torneo di padel, iniziato nel pomeriggio precedente e, ancor prima, nelle diverse sedi provinciali, attraverso round di qualificazione che avevano eletto i propri maestri, arrivando ad iscrivere al turno finale un totale di otto coppie provenienti da tutta Italia. Nel caso del Comitato Csi Brescia, al Padel Sport Village di Gussago lo scorso 11 settembre era stata incoronata la coppia Canipari-Saiani nel tabellone di Quinta Categoria; il giorno dopo, in quello di Quarta, Saiani si era ripetuto, stavolta con Mangiarini, battendo ancora Borboni-Moschin, formazione già finalista poche ore prima. Dovendo portare due team a Roma, la delegazione aveva quindi mescolato le carte, formando la doppia coppia Borboni-Mangiarini e Canipari-Saiani. Una scelta quantomai azzeccata.
La finalissima nazionale ha parlato infatti esclusivamente il dialetto bresciano: a laurearsi nuovi campioni il duo composto da Paolo Borboni e Carlo Mangiarini, vincitori in due set su Marco Canipari e Thomas Saiani, sotto gli occhi di due pezzi grossi del Csi Nazionale, il presidente Vittorio Bosio e il direttore generale Michele Marchetti.